Pignone

Val di Vara

Pignone

Una “cerniera” ricca di storia tra la Val di Vara e le Cinque Terre

Pignone si trova in Val di Vara, ma il territorio comunale confina direttamente con quello delle Cinque Terre, raggiungibile con arterie provinciali e comunali.

Insomma, Pignone è l’oasi verde alle spalle dei Cinque Borghi più famosi del mondo. E sono moltissimi i turisti che lo scelgono per soggiornarvi durante le vacanze ed il tempo libero: è bello godere del verde, della pace e della tranquillità che assicura, delle ricchezze storiche, delle tradizioni dell’antica cultura contadina, degli antichi sapori, potendo raggiungere in pochi minuti quest’angolo di costa così prezioso da potersi fregiare del titolo di “patrimonio dell’umanità”.

Mappa

Pignone

Pignone - Loggia

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In estate è attivo un collegamento di bus di linea che assicura il collegamento con le Cinque Terre e Levanto.

Per chi decide di trascorrere la sua giornata a Pignone le cose da vedere sono molte, testimonianza di una storia davvero ricchissima.

I primi ritrovamenti archeologici legati al Castellaro di Pignone risalgono alla fine dell’età del Bronzo e alla prima Età del Ferro: è da allora che comincia il popolamento di questa parte della Val di Vara. L’epoca della dominazione romana non ha lasciato tracce sul territorio pignonese, anche se è possibile che la valle fosse una via di collegamento della romana via Aemilia Scauri con la costa attraverso Soviore.

Nei secoli dell’alto medio evo la Pieve di Pignone, una delle più antiche della diocesi di Luni, estendeva la sua giurisdizione su un’ampia zona che dal fiume Vara andava fino alla costa, comprendendo anche Monterosso, perla delle Cinque Terre. Si fa menzione per la prima volta della Pieve di Santa Maria di Pignone in un privilegio papale di Eugenio III del 1149, assieme alle pievi di Zignago e di Montedivalli.

Attorno al 1252 il borgo venne ceduto dal vescovo di Luni ai Fieschi, conti di Lavagna. Nicolò Fieschi poi lo vendette, nel 1276, alla Repubblica di Genova. Pignone seguirà le sorti dello stato genovese fino all’unificazione dell’Italia, restando a lungo parte della Podesteria di Corvara. Il legame con la famiglia genovese dei Fieschi lascia però le sue tracce e proprio ad esso si deve il passaggio da Pignone, nel febbraio del 1312, di Arrigo VII di Lussemburgo, diretto a Roma dove il cardinale Luca Fieschi, legato papale, l’avrebbe incoronato imperatore.

Storia a sé ha Casale, oggi frazione di Pignone: l’antica Rotumula, storicamente dipendente dalla diocesi di Brugnato, è documentata fin dal 1179; fu fortificata dai Genovesi e fu a lungo più popolosa di Pignone. A Casale facevano capo le piccole frazioni che tuttora sorgono nella sua valle: Villa, Faggiona, Catornola, Bastia, Cappelletta.

L’ambiente, le attività tradizionali e, a fine estate, l’appuntamento con “Gli Orti di Pignone”

Monti e vallate, terreni carsici, torrenti costituiscono l’ambiente naturale del comune immerso tra i boschi di castagni.

Pignone ha riscoperto negli ultimi anni una produzione agricola di qualità che sfrutta un terreno spesso reso difficile dalla scarsità di aree pianeggianti. Nei brevi fondovalle dei torrenti Casale e Pignone e nelle “piane” laboriosamente ricavate sui fianchi delle colline si coltivano patate, fagioli, mais “dell’asciutto”, che richiede una modesta quantità d’acqua rispetto alle varietà più diffuse e che viene macinato fine per ottenere una polenta saporita e delicata. Ci sono poi le castagne che forniscono la farina con cui, un tempo, si sostentavano le famiglie per tutto l’inverno.

Ogni anno a fine estate la Mostra Mercato “Gli orti di Pignone” presenta questi prodotti, assieme ai salumi, al miele, agli ortaggi a centinaia di visitatori che hanno ormai imparato ad apprezzarli.

I monumenti

Il paese di Pignone è privo di mura, ma la sua stessa forma compatta, assieme al torrente, costituiva un elemento di difesa perché la cortina continua delle case poteva essere varcata solo attraverso tre aperture, probabilmente protette da torri o edifici atti alla difesa. Sul lato del torrente l’ingresso era consentito dal Ponte vecchio, ad arco a sesto ribassato, al centro del quale c’era una piccola edicola con una Madonna col Bambino in marmo. Alla sua estremità, all’imbocco del paese, sorgeva l’Ospedale, per i viandanti, i pellegrini e i poveri, ricordato da un documento vescovile del 1584, rimasto in funzione per secoli e destinatario di donazioni da parte dei Pignonesi.

Due sono gli spazi pubblici che si aprono all’interno del paese, il Piazzale della chiesa e la più ampia Piazza (oggi piazza Marconi). In quest’ultima sorge la Loggia comunale, piccolo edificio aperto sui quattro lati. Sulla sommità dell’arco frontale un’iscrizione ricorda il ripristino della strada da Sestri Levante a Sarzana, che passava di qui, realizzato nel 1604 da Bernardo Rivarola per conto del Senato genovese.

Pignone

La chiesa dedicata a S. Maria Assunta sorge all’estremità occidentale del borgo, in posizione rialzata, nella veste che ha assunto a metà del XVIII secolo. Del primitivo edificio paleo romanico non rimane nulla che sia oggi visibile. La facciata, i pilastri e alcune parti della muratura del presbiterio appartengono alla chiesa eretta nel 1339, secondo quanto scritto in un’epigrafe incisa su uno dei pilastri. Il campanile è stato eretto utilizzando una torre quadrangolare, forse risalente al IX secolo, che ne costituisce la parte inferiore.

A Casale di notevole interesse sono sono la chiesa di San Martino, dotata di alcune pregevoli tele sei settecentesche, la torre inglobata in un edificio di abitazione, il bel ponte in pietra che attraversava il torrente proprio di fronte all’antico Convento delle Beghine.

Nel territorio del Comune di Pignone si trovavano anche numerosi ponti, a testimonianza dell’importanza delle vie di comunicazione che lo attraversavano.

In località Frantoio, lungo la strada per Revisore, c’è un Ponte acquedotto eretto probabilmente tra XVI e XVIII secolo. Più avanti, lungo la stessa strada, si trova la chiesetta di Santa Maria del Buon Consiglio, indicata localmente col nome di Madonna del Ponte perché nei pressi sorgeva uno dei tre ponti sul torrente Pignone.

Ci sono poi edifici religiosi minori, edicole, una piccola chiesa di proprietà privata dedicata a Sant’Antonio sulla strada per Battipagliano, un’altra in località Cappelletta e i resti di varie fornaci per la produzione della calce.

È inoltre interessante l’architettura degli edifici rustici, spesso caratterizzati da una sapiente tessitura muraria e da portali in pietra talvolta sobriamente decorati e datati. Piccole immagini, testine o disegni geometrici, con funzione di scongiuro nei confronti del male, si trovano scolpite sulla facciata della chiesa, sul ponte e anche sull’archivolto di una casa.

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