Rocchetta Vara

Val di Vara

Rocchetta Vara

Dal fiume ai monti: uno scrigno di ricchezze paesaggistiche, storiche, tradizioni e buona cucina

Il Comune di Rocchetta di Vara è uno dei preziosi, piccoli Comuni dell’entroterra ligure, scrigno di ricchezze paesaggistiche ed emergenze culturali. Il suo territorio sale oltre i 1000 metri del passo dei Casoni, inerpicandosi fino alla vetta del monte Coppigliolo, da cui si abbraccia, con lo sguardo, il mare della Versilia, del Golfo dei poeti e delle Cinque Terre.

La parte più alta del comune è  attraversata dall’Alta Via dei Monti Liguri, intrecciata ai sentieri che conducono alla costa. Nella zona più in basso il comune è lambito dal lussureggiante fiume Vara, sulle cui sponde si trova la  spiaggia di Ramello, compresa nel Parco di Montemarcello – Magra – Vara.

Antichi studi naturalistici hanno, da secoli, ammirato le peculiarità geologiche di questa terra. Borghi, tradizioni ancestrali, sapori antichi puntellano gli oltre 30 chilometri quadrati di territorio comunale. Si tratta di un fazzoletto d’Italia autentica, capace di incantare chi riesce a comprenderne l’anima. Qui si può osservare la bellezza discreta, mai sfacciata, tipica  del carattere ligure che non si offre con ostentata facilità al visitatore, ma vuole essere conquistato. Per questa ragione l’ospite, se vuole immergersi davvero in quest’angolo di Val di Vara, deve lasciarsi prendere per mano ed accompagnare lungo un percorso di scoperta e conoscenza.

Anche chi vive quotidianamente questi spazi del resto è talmente abituato alla particolarità dell’ambiente, da non saperne riconoscere più, a volte, la meraviglia.

Mappa

Rocchetta Vara

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Accoglienza

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Rocchetta Vara fa parte del Biodistretto “Val di Vara”, l’unico distretto biologico della Liguria. Sul suo territorio si trovano molte attività agricole e zootecniche che si contraddistinguono per le produzioni naturali, all’insegna del biologico. I 12 chilometri che separano il capoluogo, Rocchetta, dai Casoni, ogni anno nella prima domenica di settembre  accolgono la manifestazione “Stalle aperte”, un invito a vivere insieme, nell’aria tersa del crepuscolo dell’estate, il ricco patrimonio dei poderi sparsi che costellano il comune. Si possono quindi visitare, accolti dall’ospitalità degli allevatori,  le aziende leader nella produzione di carne e latte.

Si può assaggiare il latte appena munto, il pane e la marmellata, ma anche le molte specialità preparate da queste parti che, come vedremo, sono moltissime, a partire dal dolce “Vinciguerra”.

Si tratta, quindi, di una grande passeggiata gastronomica, circondati dalla natura, con la possibilità di vivere un’esperienza all’interno delle aziende agricole e zootecniche. Per i più piccoli il viaggio è facilitato con percorsi in pulmino e soste prolungate da intrattenimenti divertenti.

Ma ritorniamo al territorio. Le principali frazioni del Comune di Rocchetta Vara sono: Suvero, Veppo, Stadomelli, Beverone e Garbugliaga. Ciascun paese offre bellezze da visitare, come vedremo e conserva gelosamente il suo patrimonio di feste e tradizioni.

A Veppo, ad esempio, ogni estate si celebra la festa dell’emigrante, al quale è dedicato un monumento e di fronte al quale si recita una poesia per chi, tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, decise di lasciare l’entroterra per cercare fortuna in altri Paesi.

A proposito di emigranti, Stadomelli dedica ogni estate tre giorni alla festa Scozzese. Infatti agli inizi del XX secolo, numerosi furono i migranti che da Stadomelli raggiunsero la Scozia per impiantare attività di ristorazione, in particolare locali di “Fish and chips”. Ogni famiglia ha dunque parenti o amici abitualmente residenti in Scozia, ormai da generazioni. Nell’estate molti rientrano nel paese di origine: nel mese di agosto a Stadomelli si può così sentire abitualmente parlare più l’inglese che l’italiano.

Nell’estate molti rientrano nel paese di origine: nel mese di agosto a Stadomelli si può così sentire abitualmente parlare più l’inglese che l’italiano.

Grazie anche all’aiuto del consolato britannico, un fornitore internazionale ogni anno porta a Stadomelli birre scozzesi, whisky, pesce, haggis ed altre specialità gastronomiche. 
Tutto è poi cucinato sul posto dai ristoratori scozzesi di Stadomelli.

All’insegna della tradizione Beverone che ogni anno il 29 agosto festeggia San Giovanni Decolato.

A Suvero durante il carnevale i ragazzi  sono soliti mascherarsi con i costumi usati da padri e nonni e davvero particolari. Le maschere si possono dividere in due categorie: quelle dei belli e quelle dei brutti. I primi indossano abiti dai colori sgargianti, con fantasie floreali, e adornati di trine, fiocchi e campanelli. I secondi indossano pelli di capra o pecora e sulla testa mettono delle grossa corna, mentre il viso è tinto di nero.

Insomma, fanno tutto il possibile per rendersi brutti e arcigni, portano addosso grossi campanacci da mucca che scuotono mentre camminano.

Il corteo di maschere è solito sfilare nel paese, per soffermarsi nelle varie abitazioni, dove consumare dei ricchi spuntini. Le maschere, di solito a bordo di trattori, raggiungono anche i paesi limitrofi, per scendere sino al fondovalle, a Brugnato. La sera grande cena in compagnia.

I belli ed i brutti simboleggiano probabilmente il contrasto tra il bene ed il male. Di certo questo Carnevale offre un suggestivo spaccato dell’antica vita contadina, meraviglioso da vedere.

Ogni festa è l’occasione giusta per gustare molte delle specialità culinarie di questa zona che, pur conservando la forte identità ligure, hanno arricchito i loro sapori con elementi della cucina toscana ed emiliana, le regioni confinanti  che hanno avuto un ruolo importante nella storia di Rocchetta Vara.

E allora facciamo un salto in cucina

Ricordiamo tra le varie prelibatezze: la Bruciatella di Stadomelli, una ciambella dolce che nel suo impasto contiene anche la grappa; il Budino di semolino suverese, molto adatto anche per i bambini; le Lasagne mes-ce, preparate con due terzi di farina di castagne, un terzo di farina di grano e acqua; il Repien una ciambella salata a base di riso e carne cotta nel sugo;  la Scarpacciuna, simile ad una frittata con bietole e cipollotti a pezzi e farina di mais; la Torta di grano che si presenta nella forma tradizionale della torta salata ligure. La farcia ha come alimento principale il grano abbrustolito.

Da sottolineare che queste terre vantano il grano bianco di Suvero, un’antica varietà di frumento tenero coltivata  da tempo immemorabile nel territorio del comune di Rocchetta Vara. La coltivazione del grano è attestata già nel XVI secolo, nelle proprietà agricole del marchese Torquato Malaspina,

Questa varietà di grano, come hanno testimoniato studi recenti, vanta particolari proprietà organolettiche. E a questo prezioso cereale è dedicata la Festa del grano che si svolge ogni anno a Suvero nel mese di luglio.

L’appuntamento prevede, tra l’altro, un itinerario gastronomico lungo le vie del paese dove per l’occasione vengono aperte tutte le cantine.

Si possono gustare molte specialità locali: le tagliatelle mesce (impastate con farine banche e di castagne) condite con sugo di porri e salsiccia, ripieni di riso, torte d’erbi, formaggi e salumi locali, dolci e buon vino. E’ consentito bere soltanto acqua e buon vino locale.

Nelle cantine si scorgono gli antichi utensili, testimonianze di una civiltà contadina che vuole continuare a vivere. Nel pomeriggio proprio nel centro del paese si procede alla trebbiatura del grano con una antichissima macchina. E’ poi prevista la premiazione dei contadini “custodi del grano”, che sono parte di una comunità slow food. Nella medesima occasione la preziosa semente viene consegnata agli agricoltori più giovani che devono intraprendere l’attività e con la quale possono quindi nei mesi successivi procedere alla semina. .

Ma ritorniamo tra i fornelli per occuparci della Torta Vinciguerra. La ricetta originale riemerge dalle antiche volte di palazzo Vinciguerra a Rocchetta Vara, reso visitabile a seguito di un recente restauro.  La  “torta alla lombarda”, come una mano anonima di metà Ottocento ha intitolato il documento che conserva la ricetta originale, fortunosamente salvata dalle carte di casa del palazzo. Due dischi di pasta di mandorle stratificati con marmellata all’albicocca rendono irresistibile questa torta che vanta estimatori in tutto il mondo.  Ma non vi è venuta un po’ di acquolina in bocca?

Torta di grano - Rocchetta Vara
Torta di grano
Torta Vinciguerra - Rocchetta Vara
Torta Vinciguerra

Un po’ di storia di un territorio in passato conteso da tre regioni

Rocchetta Vara  sembrerebbe risalire già all’epoca preromana, come testimonierebbero numerosi ritrovamenti storici.

Già insediamento di origine  monastica, dal 1113 con l’istituzione della diocesi di Brugnato,  fu originariamente compresa nei territori del potere vescovile brugnatese che, assieme al borgo della frazione di Suvero, fece di Rocchetta un’efficace postazione difensiva contro il dominio dei vescovi di Luni.

In epoca medievale i borghi principali di Rocchetta e Suvero divennero proprietà degli Obertenghi, quindi degli Estensi e, infine, dominio della famiglia Malaspina.

Successivamente Rocchetta conobbe il dominio della Repubblica di Genova per poi tornare ai Malaspina.

Dopo svariate vicissitudini (piuttosto travagliata fu l’epoca Napoleonica)  il territorio di Rocchetta  a seguito della caduta di Bonaparte passò sotto i Ducato di Modena e Reggio  e, quindi, al Regno di Sardegna.

Dal 1859 al 1927 il territorio fu compreso nel mandamento di Calice al Cornoviglio  del circondario di Massa, facente parte della provincia di Massa Carrara.

Nel 1923 con l’istituzione della provincia della Spezia entro a far parte di quest’ultima.

Nonostante la sua caratteristica di territorio di confine, fra tre Regioni, e le sue vicende storiche, Rocchetta Vara ha mantenuto inalterata nel tempo la sua forte connotazione ligure, anche nella sua cucina, arricchita, però con elementi della tradizione toscana ed emiliana.

Assolutamente da vedere….

Molti gli edifici da visitare, soltanto per citarne alcuni:

Palazzo Vinciguerra  situato nel capoluogo, edificato tra il XVII e il XIX secolo. Dopo un periodo di abbandono, una quindicina di anni fa è stato restaurato ed oggi è sede di manifestazioni ed eventi a carattere culturale.

Il castello di Suvero,  costruito dai Malaspina nel XIV secolo. Fu postazione difensiva e poi residenziale dei Malaspina. Il castello venne abbandonato dai suoi proprietari dopo il 1797 con la fine della signorie imperiali. In anni recenti l’edificio è stato completamente restaurato ed adibito a dimora privata.

Villa Zucchini a Veppo, risalente al  XVIII secolo.

Chiesa parrocchiale di Santa Giustina nel capoluogo di Rocchetta. Risale al XVI secolo, conserva al suo interno la statua della santa.

Oratorio di Sant’Andrea Apostolo nella frazione di Beverone. Situato all’inizio del paese fu edificato nel 1680, l’oratorio fu sede del piccolo seminario del paese, fondato tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX secolo.

Chiesa parrocchiale dei Santi Anna e Remigio nella frazione di Garbugliaga, realizzato nel 1661.

Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista nella frazione di Stadomelli, forse risalente ad un periodo anteriore all’anno mille.

Chiesa di San Giovanni Battista nella frazione di Suvero, costruita nel Cinquecento per volere del marchese Torquato Malaspina.

Oratorio della Madonna della Neve nella frazione di Suvero, di proprietà privata, del Cinquecento.

Oratorio di San Leonardo di Noblac nella frazione di Veppo in località Piazza, all’interno di Villa Zucchini Zannelli .

E scusate se per ragioni di spazio ne abbiamo tralasciato molti altri…

Rocchetta Vara

La  pineta Imperiale e l’Alta via dei Monti Liguri: la magia alla portata di tutti, un paradiso per  gli appassionati del trekking e mountain bike

Appena fuori il paese di Suvero, lungo la strada provinciale che porta versoi i Casoni, ci si trova al centro di un bosco dall’aspetto magico ed incantato: la pineta “Imperiale”, senz’altro una delle più belle e maestose dell’Appennino ligure, che si estende per molti ettari ad una quota di circa 850 metri. Se si lascia l’auto e ci si addentra nella boscaglia si può imboccare la fitta rete di sentieri che è stata recuperata di recente e che costituisce un paradiso per chi ama il trekking e la mountain bike o per chi, semplicemente, desidera fare una passeggiata lontani dal rumore della città.

L’atmosfera è quella di una fiaba e ci si aspetta da un momento all’altro di incontrare gnomi e folletti. Quando la neve ricopre tutto con il suo magico manto, la sensazione è quella di trovarsi in una delle grandi foreste del nord.

Da alcuni di questi sentieri si può scorgere un panorama mozzafiato che spazia dai paesini dell’Alta Val di Vara per raggiungere il monte Fiorito della confinante Toscana. Nella parte più alta della pineta si incontra una grande croce, divenuta oramai un punto di riferimento per chi ama inoltrarsi in questa zona.

La pineta Imperiale è collegata con l’Alta via dei Monti Liguri, ovviamente raggiungibile anche attraverso la provinciale, e che solca la montagna proprio in corrispondenza del passo dei Casoni. L’Alta via garantisce una vista mozzafiato: nelle giornate più limpide si vede il golfo della Spezia e le coste toscane e, ad ovest,  lo sguardo può spaziare verso la Francia.

Chi desidera percorrere i sentieri della Pineta o l’Alta via in mountain bike può rivolgersi ad una delle società che affittano mezzi e forniscono guide, rintracciabili anche attraverso il nostro sito. Su www.5terreliguri.com è possibile la prenotazione. Sono disponibili anche e-bike, bici elettriche che danno una mano  anche ai meno allenati ed esperti.

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