Varese Ligure

Val di Vara

Varese Ligure

Il passato glorioso rivive nella “capitale del biologico”, ricordando l’amore tra Ugo (Foscolo) e Luigia (Pallavicini), celebrato anche da un formaggio

Non ci sono  più i nobili villeggianti che fino all’inizio del secolo scorso  erano soliti passeggiare all’ombra dei portici. Ma il palazzo della contessa Luigia Pallavicini, ritiro estivo della nobildonna, frequentato assiduamente da Ugo Foscolo, non sempre soltanto alla ricerca di ispirazione poetica, dopo quasi un secolo di abbandono da una ventina d’anni è ritornato alla vita.

Dalle sue finestre si scorgono altri palazzi, altre case, l’interno borgo rotondo che attraverso un lavoro di recupero,  andato avanti diversi anni, sono ritornati all’antico splendore.

Il castello

E sul castello, del 1400, sventola maestosa la bandiera dei Fieschi, signori genovesi e per secoli feudatari di Varese Ligure.

La rinascita di varese Ligure

Questa cittadina ligure dell’Alta Val di Vara, situata nel lembo estremo  dell’entroterra spezzino, al confine  con il territorio dell’ex provincia genovese, ha saputo rinascere dopo un lungo periodo di abbandono.

Mappa

Varese Ligure

Val di Vara ,Varese Ligure , Cinqueterre

Varese Ligure ha saputo rinascere lasciandosi alle spalle l’immigrazione di inizio Novecento quando si partiva  per le Americhe in cerca di fortuna e di un lavoro più redditizio della cura dei campi e dei pascoli che adesso, invece, rappresenta un settore trainante.

 

La rinascita, dunque, è iniziata con il recupero del centro storico. Si è partiti dalle pietre per il recupero del tessuto sociale ed economico del Comune più verde e vasto della Liguria, con una superficie complessiva di circa 140 chilometri quadrati, gran parte dei quali ricoperti da boschi, pascoli e terreni coltivati.

A comporre il comune e a fare da corollario al capoluogo ci sono ben 29 frazioni,  alcune delle quali con caratteristiche decisamente montane, costellate di aziende agricole e agriturismo.

Il territorio di Varese Ligure si affaccia, con le sue frazioni montane da un lato sul versante genovese e dall’altro verso il parmense che si raggiunge oltrepassando il Passo di Centro Croci. Mano a mano che dalla cittadina si sale verso Cento Croci, il paesaggio si fa alpino, costellato di pascoli, con animali, (mucche, pecore e cavalli) allo stato brado per gran parte dell’anno. Appena usciti dal passo, in terra della provincia di Parma, si entra nella zona del parmigiano reggiano.

Subito si incontrano i primi caseifici.

Dopo il lavoro di recupero, Varese, con il suo centro storico, è entrata di diritto nell’elenco dei borghi più beli d’Italia e si è aggiudicata oltre alla bandiera arancione del touring, diverse certificazioni ambientali che l’hanno consacrata “paese ideale d’Europa”.

A rendere più piacevole le estati a Varese Ligure c’è anche una piscina comunale, immersa nel verde, situata lungo la strada che porta alla frazione Scurtabò.

L’economia green ha consentito la ripresa dell’agricoltura ed in particolare dell’allevamento che è culminata nella nascita di  due cooperative di allevatori, una casearia e l’altra di macellazione che si sono guadagnate la certificazione biologica.

E del marchio bio possono fregiarsi ora anche altre attività  a carattere alimentare.

Tra queste una in particolare produce yogurt. Queste produzioni all’insegna della qualità hanno consentito di costituire il Biodistretto Val di Vara, che include diversi comuni dell’Alta Valle e del quale Varese è “capitale” indiscussa.

Ma ritorniamo nel cuore di Varese Ligure, dove è d’obbligo una visita alla chiesa di Santa Teresa d’Avila e Filippo Neri, di struttura barocca  e con l’affresco “San Francesco Saverio” di Gregorio De Ferrari.

La chiesa si trova sulla piazza centrale a pochi metri di distanza dal palazzo Pallavicini, del quale abbiamo già parlato e al cui interno si trova un camino sul quale è ben visibile la firma del Foscolo.

A Varese, comunque, non si è certo perso memoria della struggente storia d’amore del poeta e della nobildonna che viene ricordato anche con un formaggio, rigorosamente bio, che si chiama, appunto, “Ugo e Luigia”.

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